BT assicura la “market equivalence” ai concorrenti
L’Aiip (Associazione Italiana Internet Provider) analizza il caso British Telecom e la sua politica pro-concorrenza, che rende la Gran Bretagna uno dei paesi in cui il mercato delle telecomunicazioni è più competitivo, con i noti effetti benefici che questo settore ha sull’economia.
A inizio 2005, la quota di mercato di British Telecom nei collegamenti a larga banda è pari al 25%, contro il 73% in Italia dell’operatore dominante, Telecom Italia, come indica il recente rapporto COCOM (Communications Committee) dell’Unione Europea.
In un mercato molto più competitivo di quello Italiano,per evitare che l’autorità di regolamentazione Britannica le imponesse l’obbligo di separarsi in due società indipendenti, British Telecom si è impegnata a garantire ai concorrenti la "market equivalence": parità di trattamento tecnico e commerciale dei concorrenti nella fornitura all’ingrosso rispetto a BT Retail attiva sul mercato della clientela finale.
BT Retail è il maggior cliente di BT Wholesale, la struttura che fornisce anche i concorrenti. Secondo quanto concordato con l’autorità, questa azienda avrà il solo compito di rivendere all’ingrosso l’accesso alla rete di BT e sarà governata da un consiglio di amministrazione composto da una maggioranza di amministratori indipendenti.
Grazie all’incentivo assicurato dai contributi governativi, la diffusione della Larga Banda in Italia presenta uno stato di salute in miglioramento, come conferma il recente Rapporto Anfov che pone l’Italia nel gruppo di testa in Europa nel rapporto tra numero di accessi e popolazione (17esimo posto nel mondo).
Tuttavia Eurostat rileva che l’Italia è nel gruppo di coda nell’Europa a 25 per quanto riguarda l’effettivo utilizzo della rete. Solo il 31% della popolazione è un utilizzatore.
A differenza di quanto avviene in Gran Bretagna, in Italia la tipologia di collegamento ADSL più diffusa è quella tariffata sulla base del tempo di utilizzo, in molti casi senza canone, ovvero interamente a consumo. Vi sono molti "abbonati" non utilizzatori.
Questi parametri di alta diffusione e minor utilizzo sono la cartina tornasole di una politica commerciale volta ad acquisire la più estesa base di utenti, indipendentemente dal reale utilizzo, una pratica nota alla disciplina Antitrust come market preemption.
Chi invece utilizza effettivamente la rete sostiene una spesa ben più alta rispetto a quella sostenuta da un utente francese, inglese, portoghese, tedesco e belga, secondo una recente ricerca di Altroconsumo.
Altroconsumo rileva inoltre che in Francia, "grazie a una reale concorrenza sulla fornitura di banda larga all’ingrosso offrono servizi con una tecnologia superiore a quella disponibile in Italia e a costi più bassi".
Il margine operativo (mol) di Telecom Italia è tra i più alti dell’Europa a 25. In termini percentuali, ben il 20% più alto di quello di France Telecom, a dimostrazione di come l’ex monopolista legale soffra poco la pressione della concorrenza. Concorrenza cui la stessa Telecom Italia fornisce la materia prima, ovvero la rete di accesso metallica detenuta in monopolio e costruita in passato con il danaro dei contribuenti.
La stessa Autorità delle Comunicazioni ritiene che la duplicazione della rete di accesso da parte di operatori concorrenti sia da escludere per via degli onerosi costi, oltre a costituire uno spreco di risorse come sarebbe duplicare la rete che porta il gas o l’elettricità nelle abitazioni.
Stefano Quintarelli, Presidente di AIIP, ha commentato :
"La vigilanza sul mercato delle telecomunicazioni è tornata al centro dell’agenda del regolatore italiano come dimostra l’importante notizia dell’avvio, da parte dell’Autorità delle Comunicazioni, di un procedimento finalizzato all’adozione di un provvedimento cautelare per ridurre i prezzi delle telefonate verso i cellulari, a grande beneficio degli utenti.
Questo segnale è di auspicio di un provvedimento altrettanto incisivo per il mercato della trasmissione dati che riveste importanza centrale nell’economia delle imprese italiane.
Anche in Gran Bretagna gli operatori concorrenti richiedevano la separazione societaria, il compromesso raggiunto dalla Autorità britannica è auspicabile anche in Italia, se coniugato con
- il rispetto degli impegni presi (e non ottemperati) da parte di Telecom Italia e con
- le indicazioni dell’ERG (European Regulatories Group) di favorire la gradualità degli investimenti da parte dei concorrenti (cd. "ladder of investment")"
L’Autorità delle Comunicazioni ha riconosciuto la validità del principio del "ladder of investment" per l’apertura del mercato ed ha indicato l’offerta tecnicamente chiamata "bitstream cost plus" in luogo dell’attuale offerta "retail minus" lo strumento per favorirlo.
Telecom Italia si è impegnata nel Novembre 2004 a predisporre l’offerta bitstream, alternativa all’attuale offerta ADSL wholesale, su base "cost-plus", entro il 31/12/2004. Un impegno che, se rispettato, secondo i calcoli di AIIP potrebbe portare l’attuale prezzo all’ingrosso di 14,5 euro /mese per un circuito DSL 4Mbps a meno di 7 euro /mese per un accesso a 8Mbps: meno della metà del prezzo per il doppio della velocità
Questa offerta alternativa ADSL Wholesale su base cost-plus non è ancora disponibile.
Il regolatore, vigilando in maniera incisiva sull’applicazione delle regole, ha l’opportunità di trasformare un popolo di "potenziali navigatori" in un Paese che sfrutta a pieno le potenzialità della rete a supporto del rilancio dell’economia.