AIIP concorda con Vestager – “Rete Unica” un ritorno al monopolio che vanifica la liberalizzazione.
AIIP concorda con la posizione del gruppo di Marghrete Vestager riportate da Bloomberg: la fusione degli asset in fibra di TIM con quelli di Openfiber rischia di creare un nuovo monopolio, compromettendo due decenni di liberalizzazione.
Roma, 18 settembre 2020 – AIIP a nome di tutti gli operatori di telecomunicazioni italiani associati, ringrazia il gruppo del commissario Vestager per la sensibilità nell’attenzione alle problematiche anti-competitive sottese alla creazione del cosiddetta “Rete Unica” promossa da varie forze politiche e che TIM si prepara a proporre agli altri operatori, alle autorità di regolamentazione, nonché alle competenti autorità antitrust.
In Italia ci sono più di 50 reti fisiche a livello locale: un nuovo monopolio, oltre a vanificare l’unica liberalizzazione che più ha funzionato in Italia, distruggerebbe gli operatori di telecomunicazione locali. “Non c’è alcuna necessità di una “Rete unica” perché non c’è nulla che impedisce la realizzazione di una pluralità di reti in concorrenza fra loro, infatti la Commissione ha sposato la competizione infrastrutturale promuovendo gli investimenti e stimolando la concorrenza fra gli operatori” ricorda Giuliano Peritore – Presidente di AIIP – “E gli orientamenti della Commissione non possono essere stravolti in nome di un progetto irrealizzabile.”.
“Il rispetto dell’attuale concorrenza, la parità di trattamento fra tutti gli operatori, inclusi i c.d. access-seekers, la tutela di un level playing field, sono obiettivi primari che dovrebbero governare il dibattito” continua Peritore, ma rischiano invece di essere cancellati da una Rete unica, ancor più se assoggettata al controllo di un operatore verticalmente integrato, o comunque compromessi con l’alibi del coinvestimento, tanto più in assenza di ogni disciplina al riguardo. In Italia non c’è bisogno della Rete Unica, ma di maggiori incentivi a realizzare reti in concorrenza fra loro, interconnesse, disaggregate e messe a fattor comune nell’interesse di cittadini e imprese – e quindi – del Paese.
AIIP è contraria alla realizzazione di una “Rete unica” anche perché in Italia, diversamente da molti paesi europei, non esiste una rete di accesso alternativa (come le reti coassiali degli operatori di tv via cavo) a quella dell’operatore telefonico ex-monopolista e la presenza di due grandi reti in concorrenza fra loro – purché accessibili entrambe in maniera pienamente disaggregata – al fine di evitare duplicazioni e permettere agli operatori locali di integrare le proprie reti in maniera efficiente, costituisce il tassello mancante alla presenza decennale di una moltitudine di ulteriori reti diversificate a livello locale – molte realizzate anche da associati AIIP – per la completa liberalizzazione del mercato delle telecomunicazioni italiane.